martedì 31 marzo 2020

Appunti dal lockdown

Questo post arriva a tre mesi esatti dal precedente (che ho letto e riletto più volte prima di iniziare a scrivere oggi) e in questi tre mesi il nostro mondo è cambiato radicalmente.
Non volevo scrivere nulla su quanto sta accadendo nelle ultime settimane, poiché tutte le parole e le riflessioni mi sembrano vane, retoriche e inconcludenti.
Quindi questi sono solo appunti, una sorta di promemoria.

Perché non riesco a combinare niente?

Se do retta a ciò che leggo sui social o nei vari gruppi, c'è un proliferare di attività. Tutti leggono, studiano, fanno sport, completano progetti di maglia a spron battuto, cucinano come cuochi professionisti...
Io vi credo, neh! Nessun motivo di dubitare, ma io non so proprio come facciate. 
Io ho passato le prime 2/3 settimane (in Lombardia il lockdown è partito a fine febbraio!!) in uno stato di trance. Le giornate erano lunghissime e al tempo stesso sfuggivano via senza che potessi accorgermi di esserci stata. Facevo tutto ciò che andava fatto e anche qualche cosina in più, ma senza energia e volontà.
Avrei dovuto scrivere il pattern di un cardigan pronto da mesi e avevo in progetto di realizzare un paio di voci del #makeninechallenge ma non mi sento lucida a sufficienza.
Fortunatamente, piano piano questa sorta di sogno in veglia sta scomparendo e mi sento più presente. Resta il fatto che mi sento quasi in colpa per non aver fatto fruttare questi giorni.


Non è una vacanza...

Poi ci penso su e mi dico che va bene anche così. Non è una vacanza, ma un momento di emergenza, di paura e di dolore per molti. Non è una colpa non riuscire a concentrarsi su un libro o non avere la forza di imparare proprio adesso una nuova lingua o introdurre una nuova routine sportiva. 
Devo perfezionare la compassione verso me stessa, accogliendo anche il limite oggettivo della mia empatia, che a volte mi travolge.
Non voglio essere forte per forza, voglio anche accettare e comprendere i miei momenti di debolezza e di sconforto.


Piccoli progetti, soddisfazione immediata

Però ho raccolto qualche cosa di buono anche in questo momento surreale.
Ho fatto due cappellini in un kal per #cuoredimaglia e ne prevedo altri.
Ho cucito un piccolo sacchetto con un ricamo che avevo fatto molto tempo fa. Il sacchetto è appeso davanti alla mia postazione della macchina da cucire, per conservare le spolette.
Ho praticamente finito un pullover e poi l'ho disfatto tutto 😒😂
Ho ricominciato a fare il pane, che mi viene sempre spettacolare, ma che non faccio mai in tempo a fare durante la vita normale.







E oggi posso dire che comincio a guardare al futuro e a ritrovare un po' di energia vitale.
Nessun buon proposito, ma solo la voglia di fare qualche piccolo passo in avanti verso una prossima normalità.

Non potremo mai dimenticare ciò che sta accadendo, ciò che sta segnando le generazioni (da madre il mio cuore è sempre in ascolto dei ragazzi e dei bambini, che stanno ingabbiando energia e dolore) nel presente e soprattutto nel futuro.
La mia speranza è che questo dramma ci possa far sempre ricordare la nostra fragilità di esseri umani, portandoci ad una vera comunione con le altre creature, umane e non, che abitano questa unica Terra. Che chi si è accaparrato lievito, pasta e carta igienica ( e pattern di maglia gratuiti...) possa riflettere sul fatto che non è più il tempo di mors tua, vita mea, ma che si vive solo se tutti collaboriamo per il bene di tutti.  

Adesso torno nel mio cantuccio, ad occuparmi di maglia, di cucito e amenità varie.
La mia personale resistenza.

A.

"Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera"
P.Neruda
  

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