domenica 10 gennaio 2021

Piccoli fiori quando fuori è inverno

Come ho già detto tempo fa, non mi piacciono troppo le vuote tradizioni ma preferisco creare qualche buona nuova abitudine.

Come posso essere utile?

E' una domanda che mi pongo spesso e mi rispondo che posso essere utile mettendo a disposizione ciò che so fare. E io so fare la maglia. 
Così, anche per questo inverno, ho deciso di creare un pattern il cui ricavato di vendita per un certo periodo andasse interamente in beneficienza. Per il secondo anno consecutivo ho scelto una piccola associazione che fa un grande lavoro di aiuto diretto ai profughi siriani che trovano rifugio nei campi. In particolar modo si occupano del sostegno ai bambini orfani e alle famiglie. 
Potete trovare tutte le informazioni sul loro sito Support and sustain children 

Così è nato Erica

Ho pensato ad un capo che fosse femminile, ma anche pratico (le mie linee guida 😊) e che mi aiutasse nella mia infinita missione destash. Ho trovato due mezzi gomitoli di una bella lana rustica, rimasti da un progetto precedente, e ho pensato di creare un cappello.
L'ispirazione mi è venuta guardando alcune piante di erica che facevano bella mostra sul mio balcone. Ho cercato di riprodurre quei rami e i piccolissimi fiori che si affacciano.
L'erica è un arbusto sempreverde che vive in condizioni difficili e non teme il freddo, ma regala piccole chiazze di colore per tutto l'inverno. Il suo nome deriva dal greco e significa "spezzo", "rompo", proprio ad indicare che riesce a rompere il terreno ghiacciato o la neve che la ricopre. Ci intravedo quella forza interiore che serve per resistere alle avversità senza perdere la propria natura, continuando a mostrare il bello anche quando tutto fuori sembra grigio e senza calore.  


Si intravedono i fiorellini bianchi...

Credete alle leggende?

C'è poi un aspetto più magico legato a questa pianta.
Nell'antichità con i rami di erica si producevano scope per spazzare i templi, poiché si credeva che purificasse dalle energie negative e che bruciarne dei rametti come fossero incenso allontanasse gli spiriti maligni.
La mia è un'erica che produce fiori bianchi. Si dice che questi fiorellini esprimano speranza che i sogni e i desideri si avverino (in Scozia sono considerati un vero e proprio portafortuna) e che la pianta, in qualche modo legata a Venere, protegga le donne dalla violenza e dal male. 
Nelle tradizioni celtiche si tramanda che le fate vivano proprio tra i rami dell'erica. Ma non addormentatevi fra le eriche, altrimenti le fate vi terranno con loro per sempre! 🌟
Sarebbe la pianta associata allo Scorpione (indovinate un po' di che segno sono? 😉♏) aiutando ad addolcirne il carattere e rafforzando la volontà per raggiungere gli obbiettivi desiderati.

Insomma, che si creda o meno alle leggende misteriose e antiche, è bello scoprire un po' di poesia e di magia nella vita quotidiana.  

Il pattern

Il pattern del cappello è disponibile su Ravelry e su LoveCrafts 
Come ho detto, tutti gli utili ottenuti dalla vendita fino al 31 dicembre 2020 sono andati all'associazione e oggi, grazie alla vostra collaborazione, ho potuto fare la donazione tramite PayPal.
Sono piccoli contributi, ma mi fa piacere fare la mia parte.




E' il primo post dell'anno e sembrano essere d'obbligo degli auguri e dei buoni propositi. 
Il mio augurio è che sia un anno di serenità e di consapevolezza, di rispetto per sé stessi, per gli altri e per il mondo che ci ospita. 
Il mio buon proposito è quello di costruire per ciò che posso e di imparare più che posso. 

A.



martedì 8 dicembre 2020

Calzini e tempo privato

Non mi piacciono i rituali inviolabili, ma mi piacciono certe piccole abitudini. Ad esempio, da un paio d'anni per me dicembre è diventato tempo di cappelli e di calzini, fatti a mano of course.

Sarà che patisco tanto il freddo, sarà che le giornate sono corte e sempre un po' uggiose, ma in questo momento dell'anno la mia attenzione magliesca è attirata quasi esclusivamente da piccoli progetti che mi rendano un grande comfort. 



I calzini sono una coccola privata

E mentre lavoravo ai miei nuovi calzini, riflettevo. 
Perché qualcuno dovrebbe riservare tanta energia e tempo per un piccolo progetto, magari usare un filato speciale, cercare di imparare una nuova tecnica o di capire la "forma" del tallone...insomma, perché fare tanti sforzi per un capo che quasi sicuramente resterà non visto dagli altri? Se va bene i calzini di lana fatti a mano saranno indossati dentro dei bellissimi stivali o dei comodi anfibi, ma molto probabilmente saranno sfoggiati nei lunghi pomeriggi sul divano. Non hanno certo la visibilità di uno scialle colorato o di un maglione alla moda...  
Ecco, e se la risposta fosse proprio "perché resteranno solo miei o della persona alla quale ho deciso di regalarli con amore" ? 

Indossare qualcosa che ci fa sentire speciali 

Tutto ciò che lavoriamo a maglia, per noi o per altri, dovrebbe farci sentire unici e io ho sempre vissuto i calzini come il diritto ad una piccola attenzione extra; una coccola che mi fa sentire un po' speciale
anche quando non sono obbligata ad essere "presentabile" di tutto punto per il mondo, in quello spazio fisico e mentale tutto mio, come quando accendo un incenso o metto la mia musica preferita.

Se anche voi sentite di aver bisogno di una coccola in più, quest'anno ho deciso di condividere il mio paio di calzini comfort e ne ho scritto il pattern.
Sono relativamente semplici, ma non noiosi e direi che, con il filato giusto, sono anche adatti agli uomini della vostra vita.

Si chiamano calendula e sono disponibili su Ravelry (a breve anche su LoveCrafts e Payhip 😊 )

Il filato mi è stato offerto da Borgo de' Pazzi, un'azienda italiana di filati con la quale è in corso una bella e produttiva collaborazione. In questo caso specifico il filato si chiama BICE ed è ideale, per composizione e peso, proprio per realizzare le calze. Un plus è offerto dal colore pieno di energia e di vitalità 💛

E' tempo di calore, di tranquillità, di pace. E di cura, anche per noi stessi.

A.

 

 

martedì 24 novembre 2020

Gal 2020

 Avrete sicuramente visto su Facebook o su Instagram delle anticipazioni e degli annunci che parlano di 

Gal2020, ma forse non avete ancora idea di cosa sia esattamente?

E allora vediamo di fare un piccolo riassunto...😉 





Gal?? Che significa?

Gal vuol dire Gift-A-Long e, in pratica, vuol dire un regalo che dura nel tempo.
E' un evento organizzato da tanti anni (questa è ormai l'ottava edizione) dal gruppo 

E' un'occasione di promozione per molti designer indipendenti, in vista delle feste di fine anno, tradizionalmente il periodo nel quale si realizzano più lavori anche come regali.

Come funziona?

Quest'anno sono iscritti 250 (!) designer e, per la prima volta, io sono fra quelli 💜💜 

Tutti i designer partecipanti mettono a disposizione tra i 10 e i 20 loro pattern con uno sconto fisso e uguale per tutti del 25% per un'intera settimana.

Si parla quindi di migliaia di pattern scontati, che spaziano in ogni categoria (scialli, abbigliamento, bambini, accessori etc...), di maglia e di uncinetto.

QUI tutti i pattern che saranno in promozione

La settimana degli sconti inizia da stasera 24 novembre a mezzanotte (edit! Dalle 2 del mattino del 25 novembre...) e termina lunedì 30 novembre alle 6 del mattino (In questo post vi indicherò gli orari italiani, perché in tutti i forum si fa riferimento all'ora statunitense di base). Vi basterà andare ad acquistare uno o più pattern fra quelli in promozione ed inserire il codice sconto giftalong2020 per ottenere il vostro sconto del 25%.

Ma non finisce qui.

A partire dal 25 novembre, nel forum del gruppo si svolgeranno dei KAL/CAL tematici, per lavorare in compagnia e per vincere tantissimi premi, fisici o digitali (filati, libri, pattern, marcapunti... un'infinità di prodotti tutti prodotti messi a disposizione dai designer e da altri partecipanti)
Ad esempio, se lavorate uno scaldacollo vi dovrete iscrivere all'apposito gruppo dei prodotti per collo (sciarpe, colli...), se lavorate delle calze vi iscriverete a quello specifico delle cose per i piedi...  e così via. Dichiarate il pattern utilizzato e la data di inizio. Quando il vostro lavoro sarà finito, dichiarerete la data di fine. Più prodotti completate, più avrete possibilità di vincere un premio.
Ci sono delle condizioni, ovviamente.
  • - I pattern che utilizzate devono essere esclusivamente dei designer che partecipano al GAL
 QUI la lista dei designer partecipanti
Il pattern potrebbe essere anche non incluso nella lista dei pattern scontati (magari lo avete già acquistato in precedenza) ma deve essere un pattern a pagamento, non free.

  • Dovete essere iscritti al gruppo Raverly Indie design Gift-A-Long
  • Dovete iniziare il progetto a partire dal 25 novembre e terminarlo entro il 31 dicembre (in realtà per noi italiane saranno le 6 del mattino del 1 gennaio...potrebbe essere un'idea per trascorrere il veglione! 😂😂 ) postando una foto del prodotto finito.
  • Dovete usare gli #giftalong2020 e #GAL2020 quando postate su Ravelry o Instagram
  • I post sono tutti in inglese, ma il clima è veramente amichevole e formato da persone che provengono da tutto il mondo. Quindi non abbiate timore e lanciatevi.

Insomma, direi che è una ghiotta occasione per acquistare qualche pattern in più, ad un prezzo scontato, magari conoscendo qualche nuova designer e per sferruzzare (ma anche crochettare!) fino a fine anno.

Buon lavoro e buon #GAL2020 a tutti!! 



martedì 10 novembre 2020

Nel frattempo è autunno...

Che cosa sono stati gli ultimi 7 / 8 mesi, in giro per il mondo, lo sapete tutti. Non c'è molto da aggiungere o da spiegare. C'è solo da essere cauti e sperare che le cose non peggiorino troppo nuovamente.

Dopo questa lunghissima pausa ho deciso di riprendere a scrivere parlando di un argomento che mi sta molto a cuore: disfare un lavoro! 😏 

Disfare un capo intero? Fatto!

In realtà l'ho fatto più volte. Disfare, intendo. 
I record li ho stabiliti però in due casi. 
La prima volta era un cardigan con una bella Cascade wool che, una volta finito e lavato, al momento di andare ad acquistare i bottoni adatti, ho deciso che non mi piaceva più. Da quel primo cardigan è poi rinato un secondo cardigan, ma questo l'ho indossato allo sfinimento per quanto ne ero soddisfatta.

Il secondo caso eclatante è recente ed è quello che mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti del mio lavoro. 
Nel cambio di stagione estate/autunno (quello inverno/primavera non è pervenuto quest'anno 😓 ) nel mio armadio è ri-apparso un pezzo strano. Era una maglia a mezza manica, che avevo fatto con un bellissimo filato. 
Non che mi fossi mai realmente dimenticata di averlo, ma lo spostavo e rispostavo, senza mai decidermi ad indossarlo. Per tanti perché...
Prima di tutto era di lana, ma a mezza manica (pure corta!) e quindi io, che sono freddolosa, non trovavo mai la stagione giusta per indossarlo. Insomma troppo caldo all'inizio dell'autunno e troppo scoperta ad autunno inoltrato.
Secondo problema e vero nocciolo della questione: avevo seguito alla lettera il pattern e mi ritrovavo con un basico pullover con costruzione topdown che non aveva nessun rialzo sul coppino (la nuca, of course 😃) e che invece tirava sulla gola. Il top del disagio per me.


Appena uscito dall'armadio



Perché non provare a modificare un pattern? Sempre fatto!

Io ho sempre lavorato a maglia secondo l'ispirazione del momento... molto più poetico che dire che mi lanciavo in avventure magliesche ad occhi chiusi e senza paracadute.
Quando ho deciso che avrei seguito un pattern pedissequamente, mi sono ritrovata però anche con esperienze così così.
Ma è grazie a queste esperienze non proprio soddisfacenti che negli anni ho deciso di cominciare a mettere per iscritto i miei progetti di maglia. Piano piano e con una certa dose di incoscienza, mi sono fatta coraggio e ho iniziato a proporli ad altri.

Tutto questo per dire che fare e disfare non è solo lavorare, ma è anche imparare dagli errori altrui e propri, fare esperienza diretta, conoscere meglio le proprie esigenze e tenerle in considerazione nella realizzazione di un capo.


Però adesso ho delle belle cake...


Dopo il lavaggio...

...sono pronte le cake!

Tornando al pullover sotto accusa, è stato felicemente disfatto.
Ho lavato la lana e adesso ho due bellissimi gomitoli che mi guardano in attesa di una sorte migliore della precedente. 
Questo aggrava la situazione del mio stash, che invece di svuotarsi continua ad ingrassare (per vari motivi, ma di questo parleremo in altro momento...🙈) ma è compensata dalla voglia di lavorare a maglia che è tornata prepotentemente.

A.


martedì 31 marzo 2020

Appunti dal lockdown

Questo post arriva a tre mesi esatti dal precedente (che ho letto e riletto più volte prima di iniziare a scrivere oggi) e in questi tre mesi il nostro mondo è cambiato radicalmente.
Non volevo scrivere nulla su quanto sta accadendo nelle ultime settimane, poiché tutte le parole e le riflessioni mi sembrano vane, retoriche e inconcludenti.
Quindi questi sono solo appunti, una sorta di promemoria.

Perché non riesco a combinare niente?

Se do retta a ciò che leggo sui social o nei vari gruppi, c'è un proliferare di attività. Tutti leggono, studiano, fanno sport, completano progetti di maglia a spron battuto, cucinano come cuochi professionisti...
Io vi credo, neh! Nessun motivo di dubitare, ma io non so proprio come facciate. 
Io ho passato le prime 2/3 settimane (in Lombardia il lockdown è partito a fine febbraio!!) in uno stato di trance. Le giornate erano lunghissime e al tempo stesso sfuggivano via senza che potessi accorgermi di esserci stata. Facevo tutto ciò che andava fatto e anche qualche cosina in più, ma senza energia e volontà.
Avrei dovuto scrivere il pattern di un cardigan pronto da mesi e avevo in progetto di realizzare un paio di voci del #makeninechallenge ma non mi sento lucida a sufficienza.
Fortunatamente, piano piano questa sorta di sogno in veglia sta scomparendo e mi sento più presente. Resta il fatto che mi sento quasi in colpa per non aver fatto fruttare questi giorni.


Non è una vacanza...

Poi ci penso su e mi dico che va bene anche così. Non è una vacanza, ma un momento di emergenza, di paura e di dolore per molti. Non è una colpa non riuscire a concentrarsi su un libro o non avere la forza di imparare proprio adesso una nuova lingua o introdurre una nuova routine sportiva. 
Devo perfezionare la compassione verso me stessa, accogliendo anche il limite oggettivo della mia empatia, che a volte mi travolge.
Non voglio essere forte per forza, voglio anche accettare e comprendere i miei momenti di debolezza e di sconforto.


Piccoli progetti, soddisfazione immediata

Però ho raccolto qualche cosa di buono anche in questo momento surreale.
Ho fatto due cappellini in un kal per #cuoredimaglia e ne prevedo altri.
Ho cucito un piccolo sacchetto con un ricamo che avevo fatto molto tempo fa. Il sacchetto è appeso davanti alla mia postazione della macchina da cucire, per conservare le spolette.
Ho praticamente finito un pullover e poi l'ho disfatto tutto 😒😂
Ho ricominciato a fare il pane, che mi viene sempre spettacolare, ma che non faccio mai in tempo a fare durante la vita normale.







E oggi posso dire che comincio a guardare al futuro e a ritrovare un po' di energia vitale.
Nessun buon proposito, ma solo la voglia di fare qualche piccolo passo in avanti verso una prossima normalità.

Non potremo mai dimenticare ciò che sta accadendo, ciò che sta segnando le generazioni (da madre il mio cuore è sempre in ascolto dei ragazzi e dei bambini, che stanno ingabbiando energia e dolore) nel presente e soprattutto nel futuro.
La mia speranza è che questo dramma ci possa far sempre ricordare la nostra fragilità di esseri umani, portandoci ad una vera comunione con le altre creature, umane e non, che abitano questa unica Terra. Che chi si è accaparrato lievito, pasta e carta igienica ( e pattern di maglia gratuiti...) possa riflettere sul fatto che non è più il tempo di mors tua, vita mea, ma che si vive solo se tutti collaboriamo per il bene di tutti.  

Adesso torno nel mio cantuccio, ad occuparmi di maglia, di cucito e amenità varie.
La mia personale resistenza.

A.

"Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera"
P.Neruda